L'edificio oggetto del concorso venne inserito nella lista stilata da Legambiente dei 30 maggiori mostri ecologici italiani. Il progetto prevede la sua rifunzionalizzazione unitamente all'area circostante. La proposta assegna una nuova impronta ecologica all’edificio con una facciata dal duplice effetto: serra in inverno e schermo ventilato in estate. Il fronte lungo dell'edificio a nord è verticale mentre è singolarmente incurvato a sud. Rivestito in pietra il primo mentre trattato a bande verticali il secondo, che alterna moduli in vetro e tessuto, così da realizzare un’architettura soft non soltanto come sensazione, ma anche e soprattutto, quale sostanza materica. L’edificio sviluppa un’ attitudine bioclimatica, grazie a studiate apeture in basso e in alto, permettendo al diaframma arrotondato di diventare efficientissima cerniera di regolazione del microclima interno. In corrispondenza delle testate compaiono porzioni di muratura alternate alle superfici trasparenti, mentre nel corpo basamentale è presente un vuoto lasciato a pilo-t permettendo permeabilità, non presen
TAG: recupero edilizio, ecomostro di felina, edifici ecologici, risparmio energetico, bioarchitettura, progettazione architettonica
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